Quanta fatica mollare il pensiero dell’EX !

Cosa succede quando una coppia si rompe? I cambiamenti che si vivono sono moltissimi. Cambiano le abitudini, i sabato sera, le festività, a volte la casa, alcuni amici, lo status sociale, tutto viene stravolto per tutti in maniera diversa.

Una cosa capita sempre, si diventa Ex. Questo significa iniziare il percorso personale per costruire un nuovo equilibrio personale e una nuova vita affettiva. Ma non sempre questo momento viene vissuto come una possibilità di serenità, accettando la tristezza del momento mentre si mettono le basi per un futuro roseo e di nuovo possibile innamoramento.

Capita che non sia facile liberarsi del pensiero dell’Ex.

Certamente, la naturale sofferenza dovuta al momento di lutto è propria, in dosi diverse, in tutte le situazioni. Può capitare che si neghi anche solo la realtà delle separazione, non dicendolo a nessuno, faticando a parlarne con amici e parenti. Eppure, con tempi variabili, si comincia a fare propria  la nuova realtà, superando la dolorosa fine di relazione. Il problema è quando, mesi e mesi dopo questi accadimenti, seppure l’altra parte non lasci segni di ripensamento o rammarico, ci si scopra ancora in preda al pensiero dell’Ex.

Un pensiero presente, che accompagna nelle relazioni con gli altri, a cui si torna fino quasi ad esserne ossessionati, come se non fosse possibile farne a meno. In questi casi, l’immagine, l’idea dell’Ex è presente, sempre. Sembrerebbe che il filo che unisce anche dopo la rottura non sembrerebbe volersi spezzare.

Parte in molti casi la caccia alle notizie, per nutrire il contatto, benchè univoco e si cercano notizie online. Cosa fa, chi frequenta, come si veste, sorride nelle foto? I Social diventano in questo caso pericolosi complici che segnalano tutto, permettendo di coltivare l’insano legame.

Si chiedono/cercano informazioni anche frequentando gli stessi amici di sempre, magari ogni tanto una telefonata, un messaggio, un caffè per raccontarsi come va. Alcune coppie continuano senza avvedersene ad essere coppia anche da separati, non si fa sesso, si è cambiata casa, ma ci si sente, si parla delle difficoltà sul lavoro, ci si invita persino ai compleanni e alle feste canoniche, salvo poi sentire che qualcosa non sta andando come dovrebbe andare.

Perché se non si chiude è difficile aprire un nuovo capitolo. Se la storia passata, per quanto in maniera dolorosa, non arriva ad essere realmente chiusa, è quasi impossibile far spazio per una nuova possibile conoscenza, per nuove emozioni, un nuovo modo di essere in coppia. Se a volte è un problema di entrambi, più facilmente sarà la difficoltà di una delle parti.

Capita che la difficoltà di lasciare andare il pensiero dell’Ex sia direttamente proporzionale con il livello di sofferenza provato insieme quando si era coppia. Più è stata una storia dolorosa, una coppia complessa, più sembra impossibile andare oltre, ci si sente più strettamente legati. Se ci si sente fragili davanti al mondo, dopo una relazione forte, che si è vissuta in maniera passiva e non equilibrata, sarà ancora più difficile sciogliere il nodo che lega all’Ex, pur consapevoli che non fosse un amare sano.

Perché? Sono diverse le motivazioni ma fanno capo quasi tutte alla paura, anzi a due diversi tipi di paura, pur terribili nella loro stessa diversità.

  • La paura di non essere capaci di amare.

Il pensiero che non permette di essere liberi è spesso qualcosa di questo tipo: “Se si è rovinato tutto forse è perché non si è capaci di voler bene”. Allora non ha senso muoversi in avanti verso il prossimo fallimento, allora meglio restare aggrappati a quanto fa male ma è conosciuto.

Così facendo, coltivando la relazione anche dopo la sua stessa fine, ci si convince che si deve tornare insieme, che in fondo può ancora funzionare, che le cose si possono risolvere insieme, si continua a combattere contro la paura di non saper amare e di non avere altre possibilità che quella perduta. Seppure non ci sarà mai un nuovo inizio con l’ex, pensare che sia possibile, fissandosi su questo pensiero, protegge dalla paura di scoprire che non si è in grado di amare. Paura non reale, ma che atterrisce al punto da restare bloccati su un pensiero che non è però di nessun conforto reale.

  • La paura di non essere amabili.

La fine di una relazione, pone tantissime domande sulla propria persona. Diventa quindi faticoso affrontare la fine della relazione perché significa anche affrontare la fatica di andare avanti. Ecco allora l’Ex diventa l’inarrivabile meraviglia e ci si nasconde dietro il “nessuno sarò mai come lui/lei”, rendendo impossibile ogni paragone, mentre l’immagine dell’Ex pur idealizzato, diventa sempre più luminosa e perfetta, anche quando si è consapevoli, che non era la persona giusta e che la relazione non funzionava.

La paura di non poter essere mai più amati, rende ancora più arduo allontanarsi dal passato, accettando il vissuto e il dolore che fa sentire il peso di un fallimento, davanti a se stessi e al mondo. Il fallimento personale è superabile se lo si accompagna con un graduale recupero della fiducia in se stessi, come persona attraente, capace di attrarre e di sentirsi attratta, amabile. Appare invece veramente doloroso affrontare come gli altri presentano la rottura. Genitori, nonni, zii, fratelli e sorelle, amici che capita si lascino andare a giudizi sulla persona, immagine legata alla storia familiare, e non perdano occasione per sottolineare come  “non se ne troverà uno/una uguale”, facendo anche presente come sia difficile incontrare qualcuno capace di sopportare quel brutto carattere, quelle abitudini pessime, quei ritmi di vita. La certezza che quella fosse l’ultima speranza, l’ultima occasione diventa granitica  e non si riesce a metterla in dubbio se non con l’aiuto di qualcuno esterno che permetta di andare oltre quell’immagine rigida e parziale. Perchè una possibilità di cambiamento e di incontro sano è sempre presente, così come tutti dovrebbero sentirsi amabili. Ma mentre la propria apertura a nuovi incontri è sempre più esigua e la parte di futuro da vivere diminuisce.

imagesE allora che fare?

Quando finisce un amore, quando il pensiero dell’Ex non molla e rende difficile andare avanti, sarebbe bene cercare prima di tutto chiedersi  “cosa sta succedendo?” e poi “cosa provo?”. Comportarsi da Ex significherà darsi delle regole, tra cui non cercare informazioni sui Social, evitando il  rischio di tramutarsi in stalker dell’Ex, accettare che non è il caso di invitare l’ex a feste ed eventi almeno per un po’, ammettere il proprio nuovo essere single agli altri, affrontando anche la tristezza che questo può significare.

Sarebbe bene creare dei propri personali riti di rinascita, darsi l’occasione di liberarsi del pensiero presente dell’Ex, pur serbandone i ricordi piacevoli, in maniera tale da poter vivere una nuova fase, scoprendosi per quello che si è diventati, dedicandosi a fare l’inventario delle proprie qualità e competenze. Il pensiero dell’Ex può smettere quindi lentamente di essere reale, può diventare sfondo, mentre si salva nella memoria quanto di bello c’è stato, assaporando il sapore della nuova libertà, accettando la paura che questa può portare con sé come una nuova sfida da affrontare, da soli con il giusto aiuto.


E se è l’altra parte a non voler lasciare andare? Allora sarà importante essere fermi seppur delicatamente, nel non accettare più un ruolo che non si ricopre più. Basta messaggi, basta telefonate, se necessario si cambia numero, si bloccano le chiamate, si cerca come segnare nel modo più netto il cambiamento nella relazione. D’altronde, come scrive Haruki Murakami La regola vuole che un vero gentiluomo non parli delle sue ex fidanzate, né delle tasse che paga.”

 E tu? che esperienza hai vissuto? Raccontacela all’indirizzo levostrestorie@amaresano.com

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