La Storia di Anita: una logorante indecisione
La mia storia… sposata, senza figli… Circa un anno fa incontro una persona che mi coinvolge… cedo e iniziamo a sentirci, poi qualche breve incontro e baci… All’inizio mi sento quasi motivata a comportarmi così… perché credo che mio marito se lo meritasse… perché mi mancava qualcosa… difatti alimento le distanze tra me e lui…
L’altro mi fa stare bene…
Poi un giorno credo giusto chiarirmi con mio marito… dove gli espongo le sue mancanze… lui risponde di avere le sue ragioni e che anch’io ho mancato e che poi sospetta che questo mio nuovo atteggiamento sia dovuto alla presenza di qualcun altro… Lì in parte confesso…
Ma alla fine non lo lascio andare… ho paura di lasciarlo andare, cosa che lui avrebbe fatto se io non lo avessi fermato.
Dal quel giorno… provo a troncare con l’altro… ma dopo pochi giorni finisce che ci sentiamo…
L’altro dice di amarmi e di essere disposto anche a “fuggire” con me… Adesso sto malissimo perché non riesco a fare nessuna scelta… Ho paura di rimanere…. Paura di scegliere l’altro (anche lui sposato ma in crisi da tanto a seguito di un tradimento da parte della moglie), paura di troncare definitivamente con l’altro…
Non riesco a recuperare con mio marito… Ci provo, ma poi provo tanto sconforto… depressione… e sensi di colpa… Non sto bene… non riesco ad uscirne fuori…
Scusate la scrittura… e la confusione…
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E’ palpabile la sofferenza, nella lettera di Anita. Sofferenza che deriva dal non sapere più che cosa fare e, prima ancora, che cosa si prova.
Una storia di tensione fra due istanze opposte: da una parte l’assecondare un moto di ribellione ad una relazione assodata ma che non soddisfa più; dall’altra parte il riparare, il conservare, l’andare oltre i problemi pur di rimanere nella propria “zona di comfort”, pur di interrompere il conflitto fra due esigenze così diverse ed inconciliabili.
Quello che accade in situazioni come quella di Anita è di venire consumati dal dubbio, dall’incertezza rispetto ad una scelta che si ritiene di dover fare, fra due opzioni entrambe non “sicure” e foriere di pericoli. Il loop di pensieri, ansiogeno ed insanabile, fra il prospettarsi l’una o l’altra delle due soluzioni, si può forse interrompere scindendo gli elementi in causa. Anita crede di avere un problema: dover scegliere fra il marito O “l’altro”. In realtà ha bisogno di comprendere due cose: SE vuol stare col marito, e SE vuol stare con l’altro, non necessariamente in quest’ordine.
Separando i due aspetti, ci si da la possibilità di affrontarli in maniera più lucida e consapevole, senza più la pressione aggiuntiva delle conseguenze che UNA scelta avrebbe sull’altra persona. Anita può scegliere o meno di stare col marito, E può scegliere o meno di stare con l’altro, senza più vincolare una scelta all’altra.
Probabilmente il modo migliore per trovare la serenità di fare le sue scelte sarà di prendersi un po’ di tempo, ed un po’ di spazio. Staccarsi dalla situazione (da entrambe le situazioni) può servire per fare semplicemente i conti con se stessa, e non più con due altri soggetti ai quali si sente di dover rispondere. Un tempo ed uno spazio dedicato a sé per poter far emergere, o sedimentare, cosa si prova, di cosa si ha realmente bisogno.
Augurando ad Anita di poter uscire in fretta dalla sua impasse, ricordiamo che circostanze come la sua a volte non sono configurabili come questioni puramente sentimentali, ma spesso innescano più complesse riflessioni di tipo esistenziale. In tal caso la consulenza professionale di uno psicologo può essere di grande aiuto nel supportare la persona nel suo percorso di consapevolezza.