Mi chiamo Marika e sento arrivato il momento di raccontare la mia storia.
Da molti di anni ho dato come priorità nella mia vita la crescita spirituale e il servizio.
Tre anni fa, in un monastero buddista, ho conosciuto un ragazzo con cui é nata una profonda connessione. Tuttavia ero molto concentrata nello stare nel monastero per praticare la meditazione e mi veniva difficile dargli spazio. Però acconsentii ad aprirmi accettando di parlare con lui telefonicamente e l’idea di incontrarci.
Continuavo a ripetergli di non focalizzare il suo amore solo su di me, ma di estenderlo anche agli altri.
Inoltre, ciò che sentivo era che non vi era differenza tra l’amore che sentivo per lui e quello che sentivo per gli altri.
Ho sempre faticato nelle relazioni, una parte di me non si lasciava andare e si sentiva chiamata verso altro. Ma mi son sempre chiesta se fosse per un cattivo condizionamento o perché davvero la relazione non fa per me. Questo dubbio, e il sentire qualcosa per qualcuno, mi spinge a provarci, nonostante non voglia una famiglia.
Decidemmo di vederci, ma dopo aver fissato l’appuntamento ebbi come una sorta di tensione, mi sentivo sotto pressione e come se lui si aspettasse qualcosa da me. Inoltre ero davvero coinvolta nella vita del monastero.
Nel comunicarlo a lui ci fu una reazione che generò una serie di reazioni a catena, sino a decidere di lasciare andare. Tuttavia, dopo qualche giorno e realizzando la mia paura, decisi di partire. Lo comunicai a lui. Ma preso dalle sue paure a sua volta, decise di non venire.
Cancellai tutto e archiviai la storia.
Ma la sua presenza dentro di me non svanì.
Passo un anno e casualmente ci rincontrammo nel monastero.