La Storia di Isabelle: da quando conviviamo mi sento in gabbia

Ciao, mi chiamo Isabelle e ho 29 anni, da 6 sto con il mio ragazzo e da un anno e mezzo convivo nella casa che abbiamo acquistato a metà (frutto di tanti sacrifici sia nostri che dei nostri genitori).

Il mio ragazzo è una brava persona, un lavoratore, stiamo bene insieme, ma da quando conviviamo non è più la stessa cosa…. Forse ho fatto il passo più lungo della gamba o forse mi credevo più matura di quanto in realtà non sia. Fatto sta che la vita di casa ha iniziato a pesarmi fin da subito, ho quindi iniziato a cercarmi e crearmi spazi di libertà sempre più spesso (uscite con le amiche, con i colleghi ecc) che mi facevano stare bene anche se poi tornavo a casa e mi sembrava di vivere in gabbia.

Il mio ragazzo sembra si sia adagiato alla vita di casa e lui sta benissimo così. Mentre io mi sento una sessantenne casalinga sposata da 40 anni.

Nonostante ciò, non ho mai esternato espressamente il mio disagio per questa situazione pensando solo ad una piccola crisi derivante dall’innegabile cambiamento di vita fatto nell’ultimo anno.

A novembre, in una delle mie tante uscite con le amiche, ho incontrato un ragazzo che già conoscevo di vista da diversi anni e di cui ero sempre stata un po’ invaghita.Ho avuto modo di conoscerlo e di parlarci e da qual giorno è diventata la mia ossessione. Sono stata io fin da subito che l’ho cercato e che ho voluto vederlo da sola.

Siamo usciti diverse volte e fin da subito mi sono resa conto che per me non sarebbe stata solo una scappatella, le sensazioni che ho provato nei suoi confronti, nel fare sesso con lui (non oso chiamarlo amore perchè da parte sua non credo ce ne fosse) erano sensazioni che forse mai avevo provato, o che avevo dimenticato. Lui era diventato la mia evasione da una vita di routine nella quale mi sentivo sempre più stretta. Cercavo di dire a me stessa che questa cosa che stavo facendo era solo una cosa che mi faceva stare bene e che avrei per sempre ricordato con un sorriso, ma più passava il tempo più mi rendevo conto che per lui provavo altro. Cominciavo ad essere gelosa e lui nel frattempo ha cominciato a mollare la presa e ad avere atteggiamenti piuttosto inspiegabili nei miei confronti (tipo non presentarsi ad un appuntamento e non darmi nemmeno la minima spiegazione). Capivo e mi rendevo conto che lui non sarebbe mai potuta essere la persona giusta, ma comunque il mio cuore non riusciva a rinunciare a lui e ancora è così, nonostante faccia di tutto per auto convincermi a dimenticarlo per sempre.

Da qual giorno ho deciso di sospendere tutti i contatti, ma continua ad essere nella mia mente.

Nel frattempo il rapporto con il mio fidanzato è abbastanza a pezzi, mi rendo conto di non volerlo vicino, mi infastidisce, non riesco a fare l’amore con lui perchè ogni volta penso all’altro, alla sua pelle, ai suoi occhi, solo a lui…

Ho affrontato il mio ragazzo dicendogli che non sto bene, che mi sento irrealizzata, che non mi sento apprezzata da lui, che la vita di casa mi pesa e lui ha detto che lui non è mai cambiato e che forse sono io che sono cambiata, che ho fatto il passo più lungo della gamba, che forse mi sto pentendo, che ho bisogno forse ancora di conoscere il mondo. Lui mi ha detto che sta bene con me, che la vita di casa lo fa stare bene, che ha capito che non sto bene ma che aspettava che affrontassi io la cosa visto che era un mio problema.

Ha continuato a chiedermi cosa ci fosse davvero che non andava e certamente non potevo rispondergli che mi ero “innamorata” di un altro che tra l’altro nemmeno ricambia il mio sentimento.

Non so, sto cercando di recuperare ma non so se sono ancora innamorata o se porto avanti la situazione per paura di mollare tutto (in fondo darei una grande delusione a tutti, oltre che a me stessa, e inoltre ci sarebbero inevitabili conseguenze anche di natura economica).

Dall’altra parte non mi sento sicura di non amare più il mio ragazzo ma ad oggi, se penso ad un futuro, forse non lo vedo con lui.

Sono confusa, sono innamorata di una persona che con ogni probabilità ha sfruttato la situazione che gli si è presentata, non lo accuso per questo, siamo stati chiari fin da subito, sarebbe salo stato sesso, poi sono io che avrei voluto cambiare le carte in tavola.

Mi sento in gabbia, vorrei solo scappare e riuscire ad isolarmi e capire perchè sto così, cosa mi succede.Non sto più bene, non sorrido più, sul lavoro sono sempre depressa e scontrosa, con il mio ragazzo mi sforzo di essere tranquilla e pensare anche a lui oltre che al mio dolore.L’altro non capisco ancora che posizione stia tenendo.Mi sento persa, vedo la mia vita scorrere e non riesco a fare niente per stare meglio.

Vi sarò grata se potrete aiutarmi.

Isabelle

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One comment

  • Quando è il momento giusto per fare un passo in avanti nella nostra vita di coppia? Non è possibile saperlo mai con esattezza. La storia di Isabelle ci racconta proprio questo. Per quanto una scelta sia fatta con calma, dopo anni di amore, con l’accordo delle rispettive famiglie, la convivenza può stringere.
    E se uno dei due si adagia sulla quotidianità, l’altra parte della coppia potrebbe sentirsi stretta, sentirsi soffocare, in gabbia. Cercare aria altrove diventa un modo per rendere sopportabile la realtà. Ma davvero non vogliamo fermarci e cercare di capire come si è arrivati a questo?
    Cara Isabelle, parlo direttamente con te, da quello che scrivi sembrerebbe che questo desiderio implacabile dell’altro sia più una ricerca di risposte per domande che non vuoi fare al tuo compagno. Perché come scrivi, “non ho mai esternato espressamente il mio disagio per questa situazione pensando solo ad una piccola crisi”. Ma è molto difficile stabilire l’entità di una crisi, seppure la si reputa piccola, dentro c’è una voce che dobbiamo ascoltare e non lasciare sola. Quando, più avanti nella tua storia, qualcosa viene detto è a bassa voce. E la risposta che si riceve è che il problema è solo di chi manifesta il disagio. In realtà non è solo un tuo problema, Isabelle.
    Semmai, segnalare un problema significa che è possibile iniziare ad occuparsene. Il problema è di entrambi. E’ la vostra coppia che rischia di spegnersi, tenersi magari in piedi per non sentirsi in colpa con quelle famiglie che tanto si sono impegnate a farvi avere una casa, non la coppia di Isabelle o del suo fidanzato, ma quella che fate insieme. Che ci sia paura ad affrontare quanto sta accadendo da entrambe le parti?
    Certamente sono molti gli aspetti che servirebbe includere e sui cui suggerisco di riflettere, insieme o con qualcuno che possa aiutarvi. Primo, quali sono i rapporti con le famiglie? Il tuo compagno è una “brava persona” ma è anche un buon compagno? Cosa vorresti da lui e come lo senti emotivamente? Quale distanza emotiva vi separa?
    Hai raccolte le tue emozioni e le hai regalate all’altro. Ma in fondo, tu stessa sai di aver voluto tirare la corda con questa tua “ossessione”, sai in cuor tuo, che l’uomo che hai scelto è poco interessato ad avere altro che una piacevole compagnia. E tutto sommato, non trovo così incomprensibile il suo comportamento, le sue sparizioni servono a rimettere i vostri incontri nei confini di un passatempo gradevole ma non impegnativo, una “evasione” come la chiami tu stessa. Ma il problema è quando rientri in quella che stai vivendo come la tua gabbia. Mi chiedo se non sarebbe più utile che tu portassi le tue emozioni alla persona che finora hai scelto come compagno di vita, per rendergliene conto e per affrontare quello che queste significano per la vostra storia comune. Anche la tua rabbia di adesso, quella che nasce dall’averti permesso di evadere, rabbia che raccoglie anche le tue emozioni verso te stessa, la tua delusione e la tua paura. Dici che cerchi di essere tranquilla, magari smettila di fare finta di essere tranquilla, di recuperare e rendi palese il problema, è un gesto di rispetto per entrambi.
    Certamente la convivenza cambia le cose, ma non deve necessariamente spegnere ogni emozioni e diventare un paio di ciabatte. Cosa significa essere una coppia matura per voi due? Te lo chiedo perché la maturità che ora ti stai dicendo di non avere non capisco quale dovrebbe essere. La scelta di avere un progetto comune è matura, prendersi cura della propria coppia è adulto, scappare non lo è molto, dire che è solo un problema dell’altro-io sto bene non lo è altrettanto, temo sia piuttosto la paura di un conflitto che non si vuole neppure pensare possibile.
    Io sono solo una psicologa, non vi conosco, ma mi auguro che vi prendiate cura di voi, da soli o con l’aiuto di un collega. Starà alla vostra coppia capire che tipo di coppia volete essere. Che tipo di coppia vi potete permettere di essere. Senza parlarne, non si arriva molto lontano.
    Credo che debba essere chiaro che state attraversando un momento di scelta, potrete decidere di scegliere nuovamente voi o potete decidere di lasciarvi, definendo civilmente la questione economica. Certamente, potete anche lasciarvi essere così, attendendo che il disagio si trasformi in fastidio fino a non accettarsi più affatto. Ma se come scrivi state bene insieme, provate a capire cosa è cambiato da quando vivete insieme e in cosa siete cambiati voi. Cosa vorreste e cosa vi spaventa al punto da allontanarvi dalla coppia. Non so come andrà a finire, ma credo che vi meritiate un tempo comune di dubbio, per guardarvi onestamente negli occhi e cercare di capire cosa vi renda ancora una coppia speciale, unica tra le altre. E non parlo al plurale per sbaglio, Isabelle, non affrontare tutto questo da sola.

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